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Cento giorni senza sole

NARRATIVA – 2014 –458 pp.

Titolo originale: Sto dni bez słońca

Autore: Wit Szostak

Presentazione

Un accademico polacco finisce per un semestre nell’ateneo di uno sperduto arcipelago britannico. La realtà diversa dalle aspettative lo muta in un novello Don Chisciotte alla ricerca della sua missione di salvataggio.

Fattori di vendita

  • Un romanzo scritto in forma di diario, con capitoli brevi e dal ritmo scorrevole.
  • Una storia permeata da grande ironia e da una vena di malinconia.
  • Una satira accademica e una riflessione sullo scontro tra attese e realtà.
  • Personaggi duplici, tutti spezzati in almeno due facce possibili.
  • Una storia che si sviluppa dentro e fuori dal protagonista lasciando dubbi su quale sia la verità finale.

Descrizione

Lesław Srebroń è un letterato che ha dedicato tutta la sua carriera all’opera di uno scrittore polacco di fantascienza talmente misterioso che nessuno lo ha mai davvero conosciuto. Quando ha l’opportunità di fare un semestre da visiting professor, ambisce ai grandi atenei del Regno Unito, ma viene relegato alle Finnegan, un arcipelago fittizio raggiungibile da Belfast in nave una volta a settimana. Su quest’isola surreale, dove vivono solo famiglie di pescatori, sarti di tweed e la comunità accademica che anima l’ateneo, Srebroń passa poco più di centoventi giorni, di cui almeno cento senza che si veda il sole dietro le nuvole, e questo dà il titolo al suo memoriale. Tutto ciò che vive e che racconta passa attraverso un filtro di inossidabili convinzioni, perlopiù malriposte: quella di parlare un inglese impeccabile, quella di far parte di un novero di studiosi eccelsi e di interpretare alla perfezione il suo ruolo indossando giacca di tweed e berretto o bevendo Guinness in un losco locale vicino al porto mentre lavora alla monografia dedicata al suo autore sconosciuto di cui non esiste alcuna traduzione in lingua straniera. Lo iato tra ciò che racconta a se stesso e ciò che emerge dal suo diario diventa incontenibile, e quel ritrovo di accademici mediocri attivi nei campi più strampalati (ad esempio il tema dell’uva nella poesia croata, o uno studio sulla vita sessuale degli uomini di scienza) si rivela un agglomerato di menzogne.

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